Vino e suprematismo, Tor de’ Falchi: l’arte russa in Puglia

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Vino e suprematismo in Puglia Arte pura ed eccellenza enologica. Questo il connubio della cantina Tor de’ Falchi, un’azienda agricola nata nel 1990 tra le morbide e sinuose colline del territorio pugliese, che si estende tra Minervino Murge e il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, area d’eccellenza dei vini Dop Castel del Monte. Un progetto unico in Italia, che si ispira all’arte suprematista di Kasimir Malevich, ovvero alla supremazia dell'arte astratta sull'arte figurativa. 

Ne abbiamo parlato con il fondatore ed economista Donato di Gaetano, che ci ha raccontato questo suo progetto, recentemente designato dal Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali come “progetto di eccellenza rurale in Italia”. Parte tutto dal Suprematismo, fonte artistica di ispirazione. Cosa diceva Kasimir Malevich, pionere e protagonista delle avanguardie russe all’inizio del ventesimo secolo, nel suo manifesto? Cerchiamo di riassumerlo in poche righe. Diceva che nell’arte, la sensibilità pura ha la supremazia rispetto all’arte figurativa. Che il Suprematista non guarda e non tocca ma percepisce con l’anima e che bisogna dunque abbandonare l’imitazione oggettiva della realtà per volgersi verso l’astrazione, alla ricerca della sensibilità puramente emozionale.

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 E cosa c’entra tutto ciò con un’azienda agricola? Di Gaetano ha mosso i passi dal manifesto di Malevich per ideare quella che lui chiama la sua cattedrale del vino. Tor de’ Falchi è fondata su tre pilastri fondamentali: tutelare, preservare e valorizzare i vitigni autoctoni; ispirazione Suprematista nella progettazione architettonica; nuovo approccio nella definizione delle etichette e del packaging, in un mondo oramai sempre più omologato e globalizzato, ogni etichetta si staglia contro l’indifferenziazione.

La struttura architettonica che vedete in foto è quella della cantina ipogea, che si estende per 6 metri sotto il terreno. Impatto ambientale pari a zero, impianto fotovoltaico sul tetto inclinato a 15 gradi (il quadrangolo asimmetrico riprende il dinamismo del movimento Suprematista)  e impianto di fitodepurazione per depurare le acqua reflue e presevare un paesaggio rurale e incontaminato come quello che circonda l'azienda.

Si è costruito così un luogo di assoluta percezione sotto queste volte, per esaltare anche la componente sensoriale gustativa dei vini che, in questo luogo magico, si degustano.

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Ma parliamo dei grandi protagonisti della cantina, i vitigni autoctoni come il Nero di Troia, l’Aglianico, il Moscato e il Bombino Nero (questi due mantenuti in vita dal nonno del proprietario), il Montepulciano e il Fiano, che non subiscono nessun tipo di trattamento invasivo e i cui grappoli vengono raccolti a mano, per evitare che l’uva subisca uno stress. Vitigni emblematici di questa regione che a detta gli esperti è, enologicamente parlando, un gigante che si sveglia. E proprio grazie all’utilizzo del Bombino Nero, Di Gaetano ha prodotto il nuovo “Suprematism” Rosé Docg 2012, che oltre ad aver vinto la medaglia d’argento all’International Packaging Competition di Vinitaly 2014 è anche il primo rosato in Italia a fregiarsi della denominazione di origine controllata e garantita.

Ma i vini vanno soprattutto bevuti, quindi ecco una mini guida per abbinare e degustare al meglio i prodotti di questa cantina:
– Il Suprematism Rosé, prodotto da uve bombino nero è un vino fresco, con una bella acidità, al naso note di rosa selvatica, melograno, lamponi, è ottimo con il pesce crudo
– Il Chiancabianca è un Fiano, anche questo con buona acidità e freschezza, al naso minerale (il terreno su cui cresce il vitigno è sabbia e argilla), con note di fiori gialli, erbe aromatiche e frutta a guscio. L'abbinamento perfetto è una burrata con il pane di altamura o una pasta in bianco con le vongole o frutti di mare. Buono anche con una grigliata di pesce. 
– Il Santaloja è un Moscato Bianco di Canelli, di un bel giallo paglierino. Al naso note di gelsomino, resine vegetali, salvia e peperone verde con una marca minerale e salmastra dovuta al territorio. In bocca è ammandorlato e si abbina con frutti di mare, anche se il massimo sarebbero le ostriche o le cozze della baia di Taranto.
– ll Boamundus è per 40% Nero di Troia e per 60% Montepulciano. Di un rosso porpora, al naso è intenso con note speziate, di fiori rossi e ciliegie sotto spirito. Forti i tannini in bocca con uno strascico di sapidità. Da abbinare con la braciola di cavallino, specialità pugliese.
– Le Anime Agri è un Aglianico in purezza. Rosso rubino, al naso si sente l'affinamento in barrique di rovere di Slavonia. Note di viola e ciliegia matura, in bocca buon tannino e acidità. Ottimo in abbinamento con l'agnello o il maiale e con i formaggi semi stagionati.
– Il Castel Del Monte Doc rosso è un Montepulciano in purezza. Di un rosso denso e impenetrabile, al gusto note di mirtilli neri, spezie e tostatura. Tannini nobili in bocca, da abbinare con la cacciagione o carne alla griglia. Un vino in fase di evoluzione.

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