Fatto e Rep: il boom di “No scontrino”

Dire che l'idea è piaciuta è un eufemismo. La campagna di boicottaggio lanciata da Puntarella Rossa, No scontrino no party, ha fatto piovere migliaia di persone sul nostro sito. E il pezzo di Puntarella pubblicato sulla home page del Fatto Quotidiano è stato forse il più commentato da mesi: 1000 mi piace e 484 commenti, finora. Non tutti di adesione, ma molti sì. Non solo. L'idea di Puntarella Rossa – niente di originale, semplicemente far rispettare la legalità, evitando i ristoranti che non rilasciano scontrini fiscali e ricevute e dicendolo pubblicamente – è piaciuta anche a Repubblica. Giuliano Foschini ne ha parlato nel suo blog. E l'edizione di Bari del quotidiano di Ezio Mauro oggi pubblica un lungo pezzo dedicato alla nostra iniziativa, rilanciandola come "l'ultima frontiera civica della lotta all'evasione fiscale". Lo pubblichiamo.

da Repubblica Bari di oggi

IL RISTORANTE non fa la ricevuta fiscale? Il bar non batte lo scontrino? Al tavolo vi presentano un “preconto”? Bene: fotografate, denunciate e poi boicottate. Si chiama «no scontrino, no party» l’ultima frontiera «civica» alla lotta all’evasione fiscale. Il progetto è quello di boicottare i locali che non rispettano le regole, quelli che evadono le tasse non rilasciando le ricevute. L’idea nasce da alcuni blog che si occupano di gastronomia in Italia (Puntarella Rossa a Roma, per esempio) ed è stato subito ripreso a Bari dal gruppo di Quink che ha lanciato una vera campagna pubblicitaria con tanto di logo: uno scontrino virtuale da applicare nei locali che non rilasciano fattura. 
L’iniziativa è stata anticipata ieri dal sito di Repubblica bari. Ed è stato subito un boom di segnalazioni. Quindici solo sulla città di Bari nel giro di mezza giornata: tutte le segnalazioni verranno pubblicate sul blog nel giro di 24 ore e poi girate alla Guardia di Finanza. Per esempio c’è il foglietto di carta presentato alla pizzeria Enzo e Ciro o lo scontrino perennemente mancante in un bar di via Lucarelli. C’è la foto del preconto presentato a un sushi bar della periferia, piuttosto che l’appunto preso a penna nell’enoteca di via Quintino Sella. Una serie di segnalazioni riguardano poi i mercati rionali (Japigia, per esempio) e le bancarelle più in generale: «In via Montegrappa, è difficile riuscire ad avere un scontrino» giurano una serie di lettori.

Insomma, un mal costume a quanto pare generale e fin qui abbastanza tollerato. A credere ai numeri a disposizione della guardia di Finanza, per lo meno. Secondo i dati a disposizione delle fiamme gialle, circa il 31 per cento dei titolari di esercizi commerciali prova a fare il furbo. E la maggior parte di loro gestisce ristoranti o comunque locali notturni dove, forse per ragioni di orario, gli esercenti sono convinti di averla fatta franca. Per questo la Finanza sta organizzando servizi ad hoc notturni per cercare di capire cosa accade all’ora della movida, come hanno appena fatto a Milano. I dati, si diceva: il 30 per cento degli esercizi commerciali controllati lo
scorso anno non emetteva una ricevuta fiscale. Tutte le contravvenzioni sono state effettuate bloccando i clienti all’uscita del locale e chiedendo loro lo scontrino. Al netto del campionario di scuse incredibili, viene multato anche chi non chiede la ricevuta.
«Azioni come quella delle denuncia su Internet o sul boicottaggio non possono che essere ben accette soprattutto perché fino a questo momento abbiamo avuto pochissime segnalazioni». Lo scorso anno le chiamate arrivate 117 non hanno superato le due al giorno.

La campagna di Puntarella Rossa sul Fatto Quotidiano: "Niente scontrino? Boicottaggio fiscale"