Niente pane? Mangiamo brioche!

Visti i tempi che corrono, con la crisi del debito al galoppo, l’euro a rischio tracollo e il (potenzialmente) apocalittico 2012 in avvicinamento, sorge spontanea una domanda: potremmo improvvisamente trovarci costretti a rinunciare anche al pane? Beh, rinunciare all’essenziale potrebbe al limite risultare una sfida interessante, purché non mi si chieda – questo no – di rinunciare al superfluo! Quindi, riprendendo la famosa frase attribuita a Maria Antonietta e riconiugandola più democraticamente (e realisticamente) alla prima persona plurale: “Se non abbiamo pane, mangiamo brioche”! E qual è la miglior brioche se non la brioscia? Ecco allora la ricetta della brioche (o brioscia, appunto) a la sicula con la quale potrete accompagnare gli ultimi gelati della stagione (accoppiamento che, inspiegabilmente, fatica ad affermarsi in continente) e, altresì, ottenere i famosi “pezzi” della rosticceria palermitana (più street food di così si muore!).


Ingredienti:

Farina 00 1 kg; Zucchero semolato 100 g; Strutto 100 g; Acqua tiepida 500 g; Lievito di birra a panetto 50 g; Uovo 1; Zucchero q.b.


Preparazione:


Setacciate la farina, sciogliete il lievito in poca acqua tiepida; non appena formerà una leggera schiuma, unitelo alla farina, aggiungete lo zucchero semolato e iniziate a mescolare; se avete un’impastatrice l’operazione si rivelerà molto più semplice e veloce; in questo caso utilizzate il gancio per impastare. Aggiungete il sale e continuate a lavorare.


Ora versate la restante acqua tiepida e lavorate l’impasto a lungo.
A questo punto aggiungete lo strutto (lasciato ammorbidire a temperatura ambiente) tutto in una volta e continuate ad impastare.
Inizialmente sarà un impasto molto appiccicoso e difficile da lavorare ma basterà avere pazienza e fiducia e troverà lentamente la giusta consistenza, elastica e asciutta.


Se impastate manualmente utilizzate un vecchio trucco: alzate la pasta e lasciatela ricadere sul piano di lavoro per più volte; questo servirà a dare elasticità all’impasto.


Fatto questo è il momento di far lievitare la pasta che, come da regola, dovrà raddoppiare il suo volume. Visto il quantitativo di lievito usato (e le temperature ancora estive) questa operazione si concluderà in circa 30 minuti. Se invece si dispone di più tempo – una notte intera sarebbe l’ideale – allora dimezzate il quantitativo di lievito e mettete l’impasto a lievitare dentro una boulle di vetro, coperto con pellicola e riposto nel frigorifero.


Una volta raggiunta la lievitazione richiesta, tagliate la pasta a filoni e sgonfiatela velocemente con le mani (non sarà necessario utilizzare dell’altra farina, nemmeno per il piano di lavoro); porzionate ogni filone in pezzi da circa 40 g l’uno e, lavorandoli con le mani, formate delle sfere. Conservatevi un filone per fare delle ulteriori piccole sfere da 15 g l’una che serviranno per il “tuppo” della nostra brioche.


Dopo aver sagomato le sfere, praticate con le dita un’ansa al centro della palla più grande e collocateci la pallina più piccola con una leggera pressione affinché aderisca.

Adesso avete tra le vostre mani l’inizio di una brioche.
A questo punto, sbattete un uovo, aggiungeteci un cucchiaio di zucchero e spennellate le brioche.


Lasciatele lievitare abbastanza distanziate l’una dall’altra su una teglia per circa un’ora e mezzo (o comunque fin quando non saranno raddoppiate di volume). Trascorso il tempo di lievitazione, ripassatele con l’uovo e infornatele in forno preriscaldato a 180° C per circa 20 minuti.

Mangiatele tiepide cosparse di zucchero a velo oppure aspettate che si freddino e farcitele di buon gelato!

Con lo stesso impasto (omettendo lo zucchero nell’uovo per la spennellatura) potrete ottenere i classici “pezzi di rosticceria palermitana”, da farcire a piacimento. Non cambia nulla nella preparazione, nemmeno il tempo di cottura; per il ripieno tradizione vuole l’immancabile calzone prosciutto e mozzarella o il più nazionalpopolare (ma irresistibile) “rollò con wurstel”.

 

Buon appetito!