Charly’s Saucière

RISTORANTI ROMANI / SAN GIOVANNI

via San Giovanni in Laterano 270 Tel. 0670495666 Chiusura: domenica

Il profumo, quell’aria calda e speziata, quella calma accogliente e morbida che ti accolgono quando apri la porta. E’ questo che ti colpisce appena entri da Charly’s Saucière, quarant’anni (appena festeggiati) di cucina franco-svizzera nel cuore della città, in via San Giovanni in Laterano. Un posto pulito, illuminato bene, che non si giova più della mano dello scomparso fondatore Charlie Zyca, ma dell’altrettanto sicura mano di un signore con i baffi (Stefano Cesaroni, con lui dal ‘73) che si muove per la sala con un buffo carrellino e incendia il Calvados davanti agli occhi luccicanti dei clienti. Poesia a parte, Charlie’s Saucière è una certezza della ristorazione cittadina, benemerito anche perché contribuisce ad arricchire la varietà della cucina in città, molto meno ricca e internazionale di quella milanese. L’AMBIENTE Tavoli molto (troppo se amate la comodità) ravvicinati, drappeggio rosso fuoco sotto l’arco che separa l’area della cucina dalla sala, tendine francesi alle finestre, scaffali di legno très bohemiens sparsi qua e là, pavimento piastrellato anni ’70, candele e chansonnier francesi in sottofondo. Aria da bistrot parigino, ma con una buona dose di elegante sobrietà elvetica. Se vi piace il minimalismo, il bianco morte e l’alluminio anodizzato avete sbagliato locale.
LA CUCINA Vedersi preparare una tartare di carne è un piacere degli occhi, seguito dal piacere del gusto. La tartare qui (19 euro) è preparata con filetto o controfiletto di manzo magro, succo di limone, rosso d’uovo, paprica dolce, peperoncino, cipolla tritata, senape di Digione, salsa worcester e salsa di pomodoro. La carne, come si intuisce, è uno dei punti forti della cucina di Charly’s. Tra gli antipasti si trovano diversi tipi di patè (tra i quali quello maison, buono ma non eccezionale 10), fois gras d’oca tartufato (25), salmone affumicato (12), insalata al roquefort (8), vol au vent con champignon (10). Tra i primi piatti consommè (uno è con sherry mathusalem invecchiato 30 anni, 9, un altro al midollo, 9), zuppe (di crostacei o di porri e patate, 9, di cipolle gratinate o di goulash 10). Riso al curry (10), con spugnole (12), con moriglie (12). Lumache alla Borgognona (12). Tra i secondo una sfilza di filetti: di carpaccio (18), di manzo alle erbe fini o alla bordolese (19), al pepe verde o alla spugnole (22), Strofogonoff (18).. Lombatina di vitello al Calvados (18), coq au vin (gallo al vino rosso, 18). Petto di faraona con ratatouille di verdura (18). Fonduta di formaggi svizzeri (32). Fonduta Bourguignonne (42). Ricordatevi di chiedere un roesti (piccolo o grande, 8 e 14), una frittata di patate. Inutile dire che c’è anche un piatto di formaggi svizzeri (16). IL CONTO Considerando un patè maison (10), una tartare (19), un cestino di pane (5), un dolce (8) e un caffè (2) si raggiungono 44 euro a testa. Non poco, ma è una cucina di qualità. A parte, ovviamente, il vino (noi abbiamo preso un ottimo Chateau Picoron, 24) LA CANTINA Spropositata: ottocento e più etichette, stipate nella cantina sotterranea e disseminate nelle casse in sala. Vino francese ma non solo. Bonus: un clima piacevole e rilassante, la cucina originale, il servizio sorridente (a parte la ragazza con carrè alla francese, caruccia ma imbronciata) Malus: l’agenzia di pompe funebri a fianco (ma non è colpa loro).
I VOTI Cucina: 7 Servizio: 6,5 Ambiente: 7 Prezzi: 6,5