Ie Koji a Roma è l’izakaya aperta dallo chef Koji Nakai e da Roberto Salvati: piatti tradizionali casalinghi abbinati a sakè, birre giapponesi e vini naturali.
La cucina giapponese non è sinonimo di sushi. Sicuramente i piatti più famosi della cucina del Sol Levante sono ancora sashimi, nigiri e hosomaki, proposti in tutte le salse sia nei ristoranti che nei banconi dei supermercati. In questi ultimi anni però, stiamo assistendo ad un proliferare di izakaya, che tradotto significa luoghi dove “bere e divertirsi”, assaporando una serie di piatti tradizionali giapponesi da condividere. Tra le più recenti novità romane, c’è un’interessante insegna aperta il 29 giugno 2024: Ie Koji dello chef Koji Nakai (già proprietario di Nakai) e Roberto Salvati (proprietario di Sakana Sushi) in zona Cipro, al civico 13 di via Marcantonio Bragadin.
Ie Koji, dal significato “la casa di Koji”, evoca dal nome l’idea stessa di questo recente indirizzo. Qui si viene per la cucina giapponese nella sua anima più tradizionale. “Abbiamo voluto ricreare un’izakaya, la tradizionale osteria giapponese, in un ambiente casalingo dove si possono mangiare i piatti che cucinava mia nonna” racconta chef Nakai, classe ’84 a Roma ormai dal 2008. Un’unica sala dalle caratteristiche architettoniche degli interni giapponesi, dove si contano circa 40 coperti interni, immersi tra lanterne Chochin, stampe e legno naturale.
Lo chef, originario di Kobe, ha portato con sé a Roma le ricette della sua famiglia che rispecchiano a pieno la cultura tradizionale giapponese. Da abbinare alle ricette casalinghe, di cui molte vegetariane, una ricca carta di sakè, birre giapponesi e vini naturali. Previsto anche un ampliamento del menu per permettere di approfondire la vera cucina del Sol Levante.
Ma quali sono i piatti da non perdere? Ce li siamo fatti raccontare dallo chef.
Tre piatti da provare da Ie Koji a Roma
Nikuya gyu korokke – “Ricordo della mia infanzia”
Partiamo dalla Nikuya gyu korokke, una crocchetta giapponese di manzo Wagyu. Lo chef Koji ci racconta come mai associa questo piatto alla sua infanzia: “Sono di Kobe e dove andavo al liceo, di fronte c’era una macelleria. Con gli avanzi della carne Wagyu si faceva la crocchetta di manzo, intorno alle 15 per l’uscita di scuola. Loro iniziavano a friggere e le strade si riempivano di questo profumo e tutti gli studenti andavano lì a mangiare questa crocchetta. L’ho inserita proprio perchè ricorda la mia infanzia”. La crocchetta è a base di patate, macinato di wagyu, salsa di soia e mirin, panata poi nel panko.
Prezzo: 8 euro
Tonpei Yaki
Il Tonpei Yaki è una ricetta della mamma di Koji. Si tratta di un okonomi yaki, ma senza farina, una sorta di frittata giapponese. All’interno troviamo pancia di maiale, cavolo, germogli di soia, cipollotto e viene servito con salsa otafuku (un condimento piuttosto denso e dolce di colore scuro, utilizzato solitamente per insaporire alcuni piatti della cucina del Giappone), maionese giapponese e del katsuobushi (scaglie molto sottili di una particolare varietà di tonno affumicate e seccate).
Prezzo: 14 euro
Yakitori
Chiudiamo con un piatto simbolo della cucina tradizionale giapponese. Chef Koji ci racconta che in ogni izakaya del Giappone gli yakitori non possono mancare. Si tratta di spiedini cotti sulla griglia, principalmente a base di carne di pollo, ma anche gamberi, funghi, tofu. Data la loro semplicità di consumazione, gli yakitori sono divenuti molto popolari, resi gustosi dalla salsa con cui sono serviti. Qui da Ie Koji, potete trovare un’ampia selezione di spiedini. C’è il Momo, classico con coscia di pollo, oppure il Negima con coscia di pollo e cipollotto. Particolari l’Uzura, con uova di quaglia avvolte nella pancetta o ancora quello con coda di mazzancolla e bacon.
Prezzo: 3 – 10 euro a seconda della variante di yakitori
Ie Koji a Roma. Via Marcantonio Bragadin 13. Tel. 348 4302368. Instagram. Facebook.