Weekend nell’Alessandrino, in Piemonte tra tartufo, agnolotti, vino e arte

Consorzio dei Produttori del Gavi - Alessandrino

Weekend nell’Alessandrino. Continuiamo il nostro tour in Piemonte, dopo Monferrato e Langhe, è la volta dell’Alessandrino, e come sempre lo raccontiamo unendo enogastronomia, curiosità territoriali e arte. Se osserviamo il paesaggio del Gavi a volo d’uccello risulta suddiviso a scacchiera grazie all’alternarsi dei vigneti con il bosco: ciò riflette un’agricoltura rispettosa dell’ambiente che si amalgama al territorio, a vantaggio della biodiversità del bosco che oltre a un elevato numero di insetti impollinatori presenta molti uccelli e pipistrelli. Il bosco è infatti come un organismo caotico che tuttavia mantiene il territorio sano e in equilibrio armonico.

Ecco allora qualche consiglio per un weekend nell’Alessandrino, scoprendo tutto quello che di buono e bello questa provincia ha da offrire.

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Weekend nell’Alessandrino

La gastronomia dell’Alessandrino

weekend nell'Alessandrino

I prodotti assolutamente da provare sono, per i carnivori, il Salame Nobile del Giarolo che si produce in Val Curone, la testa in casetta (pressata di maiale). Celebre è anche il Pollo alla Marengo che si dice nacque sul campo di battaglia di Marengo nel giugno 1800, quando Dunant, lo chef svizzero dell’allora Primo Console Napoleone Bonaparte, decise di cucinare con tutto quello che si ritrovò nella dispensa dell’accampamento.
Poi ottimi, anche per i vegetariani, sono la focaccia stirata e la farinata di ceci, legume molto presente nelle coltivazioni del territorio. Dove potete assaggiare tutte queste specialità? Al Banco locale di Novi, dove trovate la panissa fritta, polentina di farina di ceci tagliata in bastoncini sottili e poi fritta nell’olio, e gli agnolotti con il ripieno di carne. Provateli con burro e salvia o “a culo nudo”, ossia senza condimenti ma immersi nel vino rosso o nel Gavi. In alternativa, ordinate i corzetti, tipici di Novi Ligure, da mangiare al pesto o con il sugo di noci o ai funghi e salsiccia. La pasta ha una forma “a dischetto”, tonda e sottile, con uno stampo impresso. Ogni famiglia aveva infatti un timbro in legno con il proprio stemma per distinguere i propri corzetti. La leggenda vuole che una sarta, mentre cuciva la giacca di un soldato francese, abbia avuto l’idea di imprimere nella pasta la decorazione dei bottoni.

L’eccellenza del territorio è senz’altro il tartufo bianco. L’ho provato come ingrediente principe del risotto alla parmigiana inserito nel menu dello chef Andrea Ribaldone (i genitori sono entrambi piemontesi) del Ristorante Lino di Pavia insieme ad alcuni studenti dell’Istituto Superiore Ciampini Boccardo di Novi Ligure, in occasione della serata “Eccellenze del Piemonte in Vetrina”. Altri piatti con ingredienti imprescindibili del territorio sono stati: il cardo gobbo di Nizza in bagna cauda; la zucca con Montebore, nocciole e amaretti; la coscia di galletto ripiena di fichi e prugne secche su purè di cavolfiore.

Se vi spostate di zona, ma sempre restando nell’Alessandrino, i locals consigliano di provare l’Osteria del Borgo di Carrù – dove trovate i piatti tipici della tradizione piemontese – e di assaggiare il bollito del Ristorante Corona a San Sebastiano Curone, locale storico aperto nel 1702.

La fabbrica della cioccolata e delle caramelle

Weekend nell'Alessandrino

Se siete a Novi Ligure non potere dimenticare la sua famosa cioccolata! La fabbrica Novi – Elah – Dufour  è senz’altro un pezzo importante nella storia dolciaria del Paese. Giovanni Battista Gambarotta fondò una cooperativa nel 1903 dando origine alla F.I.C.C., Fabbrica Italiana di Confetture, Cioccolato e Affini, specializzata nella produzione di torrone e cioccolato. La Elah nasce da Moliè che deposita nel 1909 il brevetto per preparati come creme caramel e budini, rivoluzionando così il modo di fare dolci in ambito domestico. Inventa poi la caramella Mou, oggi “Cubik”. Dopo la prima guerra mondiale Elah è inoltre la prima a produrre chewing gum in Italia. La “Società Anonima Fratelli Dufour” nasce invece nel 1829 da una famiglia genovese di origini francesi che inizia la lavorazione della pianta di liquirizia: Gustavo Dufour ha l’idea di confezionare caramelle. Il primo stabilimento Novi è edificato nel 1935. Nel 1982 la famiglia Repetto rileva prima Elah e Dufour, poi Novi.

La particolarità dell’azienda Novi, specializzata nella produzione della cioccolata, è che riesce a seguire tutto il processo produttivo, dalla selezione e tostatura sino al confezionamento. Se le fave di cacao arrivano dall’Ecuador (le fave dal Gana, più burrose, servono solo per la miscela con la gianduia), le nocciole sono al 100% italiane. Per la linea di caramelle, oltre alle toffè Kremliquirizia e alle Cubik, facciamo un tuffo indietro nel tempo con le Big Fruit Dufour, le geleè senza conservanti, coloranti né gelatina animale e con il 22% di frutta (mirtillo, fragola, limone ecc), le Selz Soda al limone e all’arancia (o alla Cola) che frizzano sul palato, le Morabon gommose alla liquirizia.

Novi Ligure

Novi ligure - Alessandrino

Durante il weekend nell’Alessandrino, ci tratteniamo a Novi, famosa anche per la battaglia del 1799 tra napoleonici e austriaci, durante la quale morirono 12.000 soldati. Prima di arrivare alla bella piazza del Duomo, riusciamo a entrare a Palazzo Brignole, detto anche della Dogana, all’incrocio con via Dogana, al civico n.68 di via Roma, dove si trova una delle rare scale elicoidali presenti all’interno di palazzi privati in Europa. L’architetto ticinese Pietro Cantoni che lavorò al cantiere dal 1750 la realizzò con trentasei lastre in pietra a sbalzo, ancorate nella muratura.
Arriviamo nel cuore di Novi ligure, Piazza Mariano Dellepiane, dove si trova la Chiesa della Collegiata dedicata alla patrona della città, la Madonna Lagrimosa, affiancata da un doppio campanile.
Nella stessa piazza si trova una fontana nel cui bacino spicca una statua di una persona che abbraccia un sacco di sale. Fu fatta realizzare come dono dalle truppe inglesi per ringraziare i Novesi di non aver rifornito di questa merce preziosissima le milizie francesi che avevano occupato il forte di Gavi nella seconda metà dell’aprile 1814. Gli alleati della Coalizione stavano cercando di liberare la Penisola dal giogo napoleonico.

A incorniciare la piazza ci pensano eleganti edifici dalla facciate variopinte: Palazzo Durazzo, Palazzo Cambiaso Negrotto, Palazzo Negrone. Da qui si avvista anche la Salumeria dove lavorava Fausto Coppi che ogni mattina arrivava in bicicletta da Castellania, prima di diventare il Campionissimo dell’epoca d’oro del ciclismo.

Cantina Produttori del Gavi

Cantina sociale Gavi - Alessandrino

Lasciamo Novi e ci spostiamo di pochi chilometri, sempre restando in zona per un weekend nell’Alessandrino. Ci fermiamo alla Cantina Produttori del Gavi. Nata nel 1951, conta oggi 70 soci. Qui viene vinificato l’unico bianco piemontese Docg, esclusivamente dalle uve dei soci, accostati da un agronomo interno. A metà settembre parte la consegna delle uve e, in una quindicina di giorni, si raccolgono fino a 25.000 quintali di Cortese. Il vino Gavi Docg conta 11 comuni. L’etichetta del vino si deve a Mario Soldati: fu lui a portare all’eccellenza il vitigno Cortese partendo, appunto, dal borgo di Gavi.
Appena vengono consegnate, l’enologo della cantina valuta le uve a livello microfisico, calcolandone il grado zuccherino, così da suddividerle in media e alta qualità: ogni socio viene così retribuito seguendo un criterio qualitativo. Tuttavia, solo le uve raccolte nel comune di Gavi daranno origine al Gavi del Comune di Gavi; i vigneti che si trovano al bordo estremo del confine DOCG verranno invece etichettati come “Cortese”. Per le Bollicine, il metodo classico dalle uve Gavi dà vita a uno spumante certificato Docg.

Qual è una caratteristica fondamentale del Gavi? Questa cantina sociale ha investito in un abbattitore di calore e riesce a portare le uve dai 20 ai 15 gradi. Mantenendo bassa la temperatura, si evita l’ossidazione del prodotto al quale si dovrà aggiungere meno Metavilsofito di Potassio. In poche parole, saranno presenti meno solfiti e solforosa. La cantina produce solo 300.000 bottiglie, il 90% del vino rimane sfuso.
Un’eccellenza è anche il Bio del comune di Gavi, 1800 bottiglie ottenute dalle uve di un unico socio conferitore: questo vino risulta leggero, profumato e ha pochissimi fitofarmaci.
Per l’aperitivo, consigliamo di degustare insieme ai famosi Amaretti di Gavi e al Salame Nobile del Giarolo.

Volpedo, il borgo del pittore Giuseppe Pelizza 

Weekend nell'Alessandrino - Volpedo

Il nostro weekend nell’Alessandrino si conclude a Volpedo, celebre per le sue pesche – ma si coltivano anche albicocche, ciliegie, pere, pomodori e patate. Non essendo ancora nella stagione giusta per assaporarle, ne approfittiamo per scoprire una vera e propria gemma: l’atelier del pittore del Quarto Stato, Pelizza da Volpedo. La città natale di Giuseppe Pelizza è stata infatti trasformata in una sorta di museo a cielo aperto: sono state infatti disseminate en plein air le riproduzioni di alcuni suoi dipinti per ideare un itinerario a tappe e ricostruire l’evoluzione della sua pittura divisionista. Giulio Alvigini, creatore del format Make The Italian Art Great Again, artista e storico dell’arte ci guida nell’atelier di Pelizza.

 

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