Frangente Milano, Federico Sisti surfa con le tagliatelle in un ristorante che si fa notare

Frangente Milano, Federico Sisti surfa con le tagliatelle in un ristorante che si fa notare. Entri un mercoledì sera, lasciando la parte finale e più tranquilla di via Panfilo Castaldi, e ti si apre uno spazio caldo e vitalissimo, animato da frotte di camerieri che fanno la spola tra la prima saletta e la bella e ampia cucina a vista, dove un’allegra brigata spadella, di fronte a piatti di salame, piante di basilico, trecce d’aglio e un bancone affollato. Tra loro svetta Federico Sisti , chef dinamico che indossa un berretto da baseball blu con visiera rossa. Siamo da Frangente, bella novità milanese, aperta in pieno Covid ad aprile, che farà parlare di sé per l’atmosfera vivacissima e piacevole che si snoda nelle due salette e per una cucina di tradizione, ma con un approccio moderno e preciso che culmina in un conto dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.

Sisti è stato chef del Ronchettino, trattoria milanese dove ha lasciato il segno. Poi ha deciso di prendersi una pausa, si è guardato intorno,  ha aspettato che il periodo peggiore del Covid passasse, ha viaggiato per surfare e poi ha trovato i soci giusti per far partire la sua avventura da solista: Josef Khattabi ( Kanpai e Osteria Alla Concorrenza), Enrico Cruccu e Laura Bencini. E così è nato Frangente, una bella novità, che si colloca in quella fascia locali moderni e di qualità, trattorie contemporanee a prezzi competitivi. Per fare qualche nome, Trippa, Nebbia, Immorale.

Il locale

Non c’è dehors, visti i marciapiedi stretti di via Castaldo, ma gli spazi dentro sono piacevoli. All’ingresso, c’è la prima sala con quattro o cinque tavolini e il bancone che dà sulla cucina. Poi si vira a destra, dove c’è la cassa e uno spazio bar per i cocktail e si prosegue per un’altra saletta. L’arredamento è opera dello studio di architettura OOOH, sobrietà e modernità, con pareti color sabbia e soffitti blu, una libreria (con pochi libri), un paio di quadri di Danilo Petraccini. Clientela giovane ma non troppo.

Il menu

Bel menu pulito, breve, con diversi altri piatti del giorno, proposti dal cameriere. Insalata di pomodori, cipollotto, origano e basilico (8); fiori di zucca ripieni di ricotta, zucchine e melanzane (8) Baccalà al vapore, insalata di patate, fagiolini e capperi (16) Lingua di vitello, salsa verde e peperoni (13); Animelle di vitello alla milanese con maionese allo yuzu kosho (14). Il pranzo comincia con una bella idea: due fette di salame e pane con grissini, offerti. Proseguiamo con fiori di zucca che si fanno ricordare.

Tra i primi Tagliolini all’uovo, crostacei e basilico (18); risotto carnaroli ‘Riserva S. Massimo’ con pomodoro e vongole (16); gnocchi di patate e spinaci con ragù d’anatra (16). Fuori menu, un risotto alla milanese e i tagliatelle con ragù. Proviamo questi ultimi, ottime: pasta fresca, morbida, setosa, con un ragù gustoso.

Ed eccoci ai secondi: ricciola all’amatriciana con guanciale e salicornia (23) Cotoletta alta di vitello alla milanese e purè di patate (24) Diaframma di giovenca al pepe verde, melanzane e peperoni arrosto (19). Proviamo la cotoletta, versione alta comme il faut per la tradizione (l’altra, l’orecchia di elefante è piatta e larga). Morbida, al sangue, ben frollata, il purè toglie un po’ di croccantezza ma ci sta.

Carta dei vini

Una trentina di etichette, alcune naturali. Tra le bolle c’è lo champagne Charpentier (55) ma anche un Crémant di Languedoc Denois (28). I bianchi partono da un Frascati Santa Benedetta (25) e arrivano a una Rebula Klinec da 52. Tra i rossi di prezzo moderato, l’ottimo Montefalco di Raina (25). C’è un Barolo Fenocchio (57) e il Syrah di Amerighi (42). Vini al calice da 6 a 10 euro. E poi una buona selezione di sakè, grappe, whiskie e gin.

Frangente Milano, via Panfilo Castaldi 4. Aperto lunedì solo la sera. Dal martedì al sabato pranzo e cena
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