“Il sesso è la cosa più divertente che ho fatto senza ridere”, ha detto Woody Allen. “Mangiare e fare sesso sono le cose più divertenti che possano praticarsi senza ridere”: prendono in prestito la perla del regista newyorkese e la distorcono alla maniera nostrana le tre autrici di Love cooking (ed. Aliberti) un ricettario utile per esplorare e mantenere acceso il fornello della passione. Sia per una relazione già rodata, sia per una che muove i primi circospetti passi o che magari durerà solo una notte.
Elisabetta Degli Esposti Merli, Elisa Mazzola e Anna Roberti argomentano quasi in coro: “Mangiare non vuole dire praticamente mai solo nutrirsi. Si tratta di un atto che raccoglie significati culturali, storici e rituali. Il cibo catalizza i ricordi e le fantasie di ognuno di noi. Allo stesso tempo, però, è un'attività fisica che coinvolge tutti e cinque i sensi. Solo il sesso è un'esperienza simile”. In quest'ottica, cucinare e consumare il pasto insieme al partner attuale, futuro o solo potenziale, smettono di essere due pratiche quotidiane e svogliate, ma diventano lo specchio, la cura o il detonatore stesso dello stare insieme.
Le paladine dell'erotismo fra i fornelli – che si sono date il nome collettivo di Culinaria gnam – fanno base a Bologna e dalla città che la tradizione e lo stereotipo vogliono grassa e godereccia (non solo a tavola) si spostano in altre località del Paese (ma anche all'estero. Per esempio, sono appena rientrate da un'incursione a Madrid) dove organizzano lezioni e laboratori di esplorazione erotica, giocando attorno a quello che considerano il binomio più naturale e antico del mondo.
I giochi-laboratori sono molto di più che presentazioni del libro o degustazioni, proprio come Love cooking non è un semplice ricettario, ma quasi una propedeutica alla messa a punto del gusto e del corteggiamento. Per entrambi, si consiglia di munirsi di cannuccia (per sorbire), di benda (per restare al buio) e di pennello (per spalmarsi e soprattutto spalmare).
In qualsiasi fase si trovi la vita erotico-sentimentale dei lettori, ognuno trova il suo menu. “Da questo libro si può prendere ciò che si vuole. Il volume è organizzato per gradi” – spiega Anna – “dalla conoscenza, che può intrigare ma anche sconcertare, all'intimità che a volte arriva all'abitudine e non biosogna fare precipitare nella noia”. Nulla di nuovo. Ogni persona conosce, per esperienza e vicinanza, le sue 50 sfumature di relazione. Ma il trucco che suggerisce Culinaria gnam (anche su Facebook, se volete mantenervi aggiornati sul calendario) è usare la cucina come strumento di conquista o di gioco, l'ingrediente fondamentale per il piatto dei desideri e delle inibizioni cadute. “Per questo – segue Anna – ci sono menu per ognuna delle fasi e degli obiettivi”. “Una cena può essere fondamentale per rompere il giacchio e stabilire un primo contatto”, prosegue Elisa. “Osservare come si comporta a tavola quel ragazzo che ti piace tanto, può avvertirti di come è tra le lenzuola”, riflette Elisabetta. “Per esempio, il tipo muto che divora tutto senza assaporare, famelico e distratto, potrebbe comportarsi allo stesso modo in situazioni intime. Oppure che penseresti di uno/a a cui fa schifo mangiare qualcosa con le mani o è inappetente e si siede a cenare di malavoglia oppure è super forbito e sa tutto di denominazione di origine e colleziona sali esotici….Ogni prototipo può avere vantaggi e svantaggia. Basta essere avvertiti", conclude Elisabetta, che parla di cucina ma pare parlare di una fine tattica di avanscoperta militare.
Le ricette contenute in Love cooking sono semplici, spiegate passo passo, nelle quantità e nei tempi di cottura. Vanno bene per uomini e per donne, ovvio. Ogni piatto si sposa con un vino o un cocktail. Ci sono piatti perfetti per anfitrioni più timidi o guardinghi, che puntano anche a mettere a suo agio l'invitato (per esempio, la salsa di pomodoro su pane profumato al basilico), altri introducono elementi di sorpresa per spiazzare (come i muffins di rosmarino, pancetta, prugne e crema de sedano oppure la pasta di carciofi e zafferano).
Poi un consiglio: “Un buon suggerimento può essere quello di coinvolgere la persona desiderata nel processo di preparazione: aprire la porta con la cena ancora a metà, legargli alla vita un grembiule, servire un vino e spiegare di che dimensioni tagliare la zucchina….”, ride Anna. Gli stimoli possono essere anche più espliciti: non apparecchiare la tavola, ma accomodarsi sul divano, nascondere le posate, bendarsi, abbondare in creme, zuppe o condimenti che scivolano via.
Da leccarsi i baffi. E non solo.