I surgelati fanno male? Quali sono gli ingredienti pericolosi e come sceglierli: lo abbiamo chiesto all’esperta

I surgelati fanno male? Il parere dell'esperta
Foto @No-longer-here via Pixabay

I surgelati fanno male? Quante volte ci siamo posti questa domanda quando li abbiamo acquistati al posto dei cibi freschi, spesso per mancanza di tempo o comodità, trovandoli disponibili nei supermercati a qualsiasi ora del giorno. I dati relativi al nostro Paese parlano chiaro: gli italiani ne consumano molti. Una tendenza che è andata crescendo negli ultimi anni. Gli alimenti surgelati sono presenti sulle tavole di oltre 9 italiani su 10, di cui 1 su 2 (53%) ne fa un uso abituale. A comprarli sono soprattutto i più giovani (50% GenZ e 45% Millennials) e le famiglie con bambini (48%). Questo è quanto emerge da una recente ricerca di AstraRicerche per Iias, Istituto Italiano Alimenti Surgelati.

Comodità, praticità e convenienza sono termini associati all’acquisto di questi prodotti. Per fare qualche esempio, i fagiolini freschi costano il 53% in più dei surgelati, i filetti di merluzzo il 60% in più. I vegetali restano i più scelti, poi ci sono le patate, il pesce naturale e panato. Anche i piatti pronti restano un’opzione prediletta, ma forse è proprio su questi ultimi che bisogna strizzare maggiormente l’occhio. Possono infatti contenere ingredienti aggiunti non presenti nell’alternativa fresca. Per fare chiarezza sull’argomento, abbiamo chiesto un parere alla Dott.ssa Federica Ferrara, biologa nutrizionista.

I surgelati possono essere inclusi in una dieta equilibrata perché un buon surgelato può anche essere migliore di un prodotto fresco conservato male, spiega Ferrara. Spostando il focus sulle verdure, tra i cibi che per comodità più vengono comprati in modalità surgelata, l’esperta aggiunge: “Nel contesto di una buona alimentazione, in ogni caso le verdure cotte vanno alternate a quelle crude o addirittura abbinate nello stesso piatto, per cui non ci sono problemi a inserirle nell’ambito delle prime”.

Come riconoscere un prodotto surgelato di qualità

Il corretto processo di surgelazione deve preservare le proprietà nutrizionali e organolettiche dei cibi, garantendone gli standard qualitativi. La rapidità con cui si abbatte la temperatura a livello industriale consente la formazione di piccoli cristalli di ghiaccio, che al momento dello scongelamento non danneggiano la struttura del prodotto. Il procedimento non va confuso e non è paragonabile a quello del congelamento, attuabile a livello domestico per conservare più a lungo un alimento nel freezer.

Ma al di là del processo che porta al confezionamento dei surgelati, come riconoscere un prodotto di qualità? Un prodotto surgelato di qualità si distingue perché al suo interno ci sono solo gli ingredienti che fanno parte del prodotto stesso – prosegue la dott.ssa Ferrara -. Nel caso di un minestrone, le singole verdure, o, nel caso della cicoria e degli spinaci, le verdure da sole. Tendenzialmente non devono esserci zuccheri aggiunti, ma solo quelli che fanno parte della verdura stessa”. Attenzione quindi alla scelta quando ci si trova davanti al banco frigo del supermercato. Oltre agli zuccheri, è importante controllare anche il quantitativo di sale aggiunto, presente in molti pasti pronti surgelati. Attenzione a quelli con sughi e salse.

Minestre surgelate, non sempre alleate della salute

Considerare minestre o minestroni surgelati come un’alternativa dietetica non è sempre corretto. Da questo punto di vista è molto importante consultare la lista degli ingredienti: più corta è meglio è. “Le minestre surgelate non sono sempre alleate della salute. Al contrario, spesso possono contenere tante calorie perché hanno al loro interno ingredienti calorici (pensiamo alle patate, ndr) e poi bisogna considerare anche la porzione che si mangia, i condimenti, dall’olio al parmigiano, poi il pane in aggiunta. Alla fine ognuno dovrà stabilire il tipo di piatto che vorrà mettere a tavola in base alle calorie di cui ha bisogno. Tendenzialmente non sempre il minestrone va bene per dimagrire. C’è chi si gonfia mangiandolo. Contiene molte fibre lesse, che non danno lo stimolo epatico per lo svuotamento”.

Pizze surgelate

pizza surgelata
Foto @Saahil Khatkhate via Unsplash

Secondo una ricerca, commissionata dall’azienda di surgelati Findus ad AstraRicerche del 2023, 8 italiani su 10 scelgono di portare a tavola la pizza in versione “sotto zero”, con il 27% delle famiglie con bambini che la consumano in media una volta a settimana. Sul podio delle scelte c’è la Margherita, preferita dal 59,2% degli italiani. Al secondo posto la Diavola (23,5%), scelta soprattutto dagli uomini (29%). Terzo gradino per la Quattro formaggi (22.8%), preferita dalle donne (25%, over 50). Ferrara ha però le idee chiare su quale delle due versioni preferire, surgelata o espressa: Io sono sempre per la pizza fatta sul momento. Non comprerei una pizza surgelata”. E poi c’è l’aspetto sociale: “Il fatto di mangiarla in pizzeria in compagnia non ha prezzo”.

 

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