La pubblicità di Amica Chips accusata di blasfemia per la patatina al posto dell’ostia: è giusto?

la pubblicità di amica chips

La pubblicità di Amica Chips ambientata in un convento è stata accusata di blasfemia. Tante le polemiche sullo spot.

 

Sono bastati trenta secondi di pubblicità per alzare un vero e proprio polverone. Stiamo parlando del nuovo spot di Amica Chips accusato di blasfemia dall’Aiart (Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione) che chiede “l’immediata sospensione dello spot, in quanto offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti oltre che oltraggioso nel banalizzare l’accostamento tra la patatina e la particola consacrata”. Ma andiamo con ordine. La pubblicità è ambientata in un monastero, e qui alcune suore si mettono in fila davanti all’altare per ricevere l’Eucaristia se non che, a un tratto, si sente l’inconfondibile rumore croccante. Al posto delle ostie, infatti, il prete ignaro serve le patatine. Chiuso il sipario.

Le polemiche sulla nuova pubblicità di Amica Chips

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Cascata di polemiche. In primis quelle dell’Aiart, come abbiamo accennato. Il contenuto della pubblicità, che come è ovvio ha giocato sul rumoroso morso di una patatina e quello silenzioso dell’ostia, è stato segnalato all’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria perché “contrario agli articoli 1 e 10, lealtà della comunicazione, convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona, del codice di autodisciplina della comunicazione commerciale”, spiega il presidente dell’associazione Giovanni Baggio. “Lo spot di Amica Chips è mancanza di rispetto e di creatività, oltre che spia dell’incapacità di fare marketing senza ricorrere a simboli che con il consumo e il croccante nulla hanno a che fare. Strappare un applauso ad un pubblico compiacente con riferimenti blasfemi, è degradante per chi fa, o pretende di fare, pubblicità”.

Naturalmente si sono scatenati anche i commenti in rete e sui social, con chi si dice d’accordo con le accuse e chi invece ha sorriso di fronte alla pubblicità, non trovandola offensiva. Va da sé che quando i commenti, negativi o positivi, sono così numerosi poco importa sull’essere o meno d’accordo con il contenuto: lo sanno anche i muri che, in casi come questo, la pubblicità diventa ancora più nota.

AGGIORNAMENTO 

Il Comitato di Controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) ha deciso di bloccare la diffusione dello spot. Secondo il “Comitato il parallelismo che il messaggio instaura tra la patatina, descritta come ‘il divino quotidiano’, e l’ostia, che rappresenta evidentemente il divino, si sostanzia nella derisione del senso profondo del sacramento dell’eucaristia, rendendo più che ragionevole che il credente e non solo si senta offeso“, si legge in una nota. Il provvedimento del Comitato di Controllo, viene spiegato, “potrà essere opposto dalle parti ingiunte con motivata opposizione al Comitato di Controllo nel termine non prorogabile di sette giorni“.

 

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