Zaia sul prosecco, ecco il perché dell’improvvisa conversione biologica e dello stop a nuovi vigneti

Zaia sul prosecco, improvvisa conversione biologica: “Stop a nuovi vigneti e no a glisofato”. Luca Zaia, governatore del Veneto, è stato decisivo per la svolta del Prosecco. Da una parte ha vinto la battaglia del nome, e dei soldi, vinta dieci anni fa, dall’altra ha aumentato a dismisura negli anni, per decreto, la superficie vitata a Glera (il vitigno del Prosecco), consentendo anche uno sfruttamento invasivo del suolo proporzionale alla montagna di soldi che è piovuta su viticoltori e produttori.

Ora fa un annuncio, da prendere con le molle. A margine della fiera di Godega di Sant’Urbano, decreta uno stop all’assalto alla fortezza Prosecco, lanciato da chi è rimasto fuori dal ricco bottino: “Io non firmerò mai nessun decreto per autorizzare nuove superfici alla produzione di Prosecco, casomai si potranno recuperare piantumazioni di glera preesistenti e di vecchia data”.

A dieci anni dal decreto ministeriale del 17 luglio 2009 che ha tutelato l’uso esclusivo del termine Prosecco all’area delle colline di Conegliano e Valdobbiadene e delle 5 province venete di Treviso. Venezia, Padova, Vicenza e Belluno (oltre alle 4 province friulane), il fenomeno del prosecco è esploso nel mondo.  Ne vengono vendute oltre 600 milioni di bottiglie nel mondo (più dello Champagne) rispetto ai 200  della `vecchia´ Doc Conegliano Valdobbiadene e della Igt `di pianura´ di 10 anni fa.

Zaia ha anche un’improvvisa conversione ecologica: “Non è vero che non si può coltivare senza glifosate e senza presidi. Non posso accettare che i produttori del Prosecco siano sul banco degli imputati: produrre in modo sostenibile si può. Spetta ai Consorzi di tutela utilizzare bene gli strumenti giuridici della programmazione (riserva, stoccaggio o blocco agli incrementi di potenziale) per governare l’offerta e tutelare il reddito dei viticoltori. Dove ci sono viticoltori non ci sono frane, sono loro il primo presidio del territorio”. L’assessore leghista Giuseppe Pan ha spiegato che in dieci anni la quantità di pesticidi dovrà essere dimezzata. In passato erano state forti le polemiche sull’inquinamento del terreno da coltivazione di prosecco.

Zaia invita in sostanza a espiantare la glera (per la quale si spera in una doc prosecco) e si pianti vino rosso.   

Gli ettari vitati a prosecco sono 35.678, attualmente. I quotidiani locali, come il Corriere del Veneto, fanno notare come siano soprattutto i produttori veneziani a premere. Hanno piantato glera, ma non sono nella zona Doc. Il che significa che il valore della loro Glera si ferma a 35-40 centesimi al litro, contro l’1,6 al litro del prosecco doc. Gli ettari piantati a glera, non prosecco,  sono circa 8.000, tra Veneto e Friuli. Andrea Zanone,  Pd, commenta: “La campagna elettorale fa miracoli.  Ancora non c’è nessun progetto di legge che dice stop agli impianti. Sono solo parole”.