I Panteschi a Roma e l'aumento dei prezzi Succede a volte che la prima impressione sia sbagliata. Che un locale appena aperto sia promettente e meritevole di un giudizio positivo. Succede che si cambi idea, tornandoci più volte. E succede che al tavolo ti arrivino, per errore, cinque menu, di cui uno diverso dagli altri: con i prezzi più bassi. Come mai? Perché a Roma, e non solo, c'è questo vizietto: aprire con dei prezzi bassi, per uscire sui media e attrarre gente, e poi, subito dopo, naturalmente senza avvertire, aumentare i prezzi. Legittimo, per carità, ma non proprio corretto per il cliente.
Succede dunque questo ai Panteschi, ristorante con cucina di Pantelleria aperto qualche mese fa a via dei Quattro Venti, a Roma. Arriviamo un giorno qualunque di maggio e ci vengono dati i menu. A un certo punto, un commensale dice: ma che prezzi. E un altro: "Ma va, insomma un po' alti, ma non troppo". Il primo: "Ma secondo te, ravioli di ricotta a 15 euro?". "Tanto, sì, ma costano 14". "Come 14?"
Segue dibattito acceso, interrotto dal confronto dei menu e dalla scoperta: uno dei due menu ha un ritocchino. Un euro in più per ogni primo piatto. Stessa cosa per i secondi, con la differenza che gli euro aumentano: il coniglio pantesco costava 12 ed è schizzato a 14.
Non è la prima volta che ci accade. Cioè, è la prima volta che ci vengono dati due menu con prezzi diversi, ma non è la prima che a distanza di pochi mesi dall'apertura riscontriamo un aumento dei prezzi. Ci si è resi conto che a quei prezzi non ci si stava e si è tarato il tutto all'insù? Può darsi. Ma il dubbio è che si tratti piuttosto di un'operazione commerciale un po' furbetta.
Insieme, purtroppo per i Panteschi, arriva anche il crollo delle aspettative, che erano alte. La carta dei vini che si sperava arrivasse è definitivamente cancellata: ci sono tre rossi, detti a voce, di cui due quel giorno non disponibili (resta solo il Nero d'avola Cusumano).
Il coniglio è secco, il pane duro, l'ambiente pastellato, il servizio sbrindellato. La cucina promettente, per ora, è naufragata.
Nell'attesa di uno sperabile cambio di rotta, prendiamo una scialuppa e navighiamo in altri mari.