Roma, l’enoteca Guerrini si fa grande

"Guerrini dal 1958" ha aperto i battenti soltanto da un paio di giorni. Ma per gli amanti del vino nella zona di piazza Fiume e dintorni il suo è un nome già familiare. L'enoteca Guerrini, infatti, nata alla fine degli anni '50, ha deciso di ingrandirsi. Alessandro Di Demetrio, Paolo Pavani e Martina Stoncati, già soci del wine-bar attiguo, hanno rilevato l'intera l'attività, si sono allargati e ora sono un civico più in là.
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Il locale in stile inglese reinterpretato in versione italiana ha un arredamento minimale: pareti bianche e mattonellate, archi con mattoncini, luci soffuse, specchi antiquati, sedie di materiali diversi (acciaio, legno e vimini), tavoli e mobili in legno scuro.

Oltre a un piccolo salottino dove poter sorseggiare un bicchiere di vino, se si vuole, fino alle due di notte. Il bancone del '900 (una lastra di marmo con una base in legno) però se lo sono portati dietro dall'enoteca e l'hanno restaurato. Un secolo fa era un frigo dove si poggiava il ghiaccio che sgocciolando raffreddava i bicchieri .

Dal lato nuovo del bancone, invece, c'è il cocktail bar dove la barman Valentina Bertello (torinese, ex Micca) prepara le sue creazioni. Come il cocktail Amestista con vodka, more, rosmarino, liquore alla lavanda, succo di limone e zucchero.

Giusto di fianco l'angolo caffè, con una macchina che Paolo, Ale e Martina si sono fatti costruire da un artigiano napoletano: il signor Bosco. Anche il caffè è ricercato: si chiama Anhelo, è partenopeo e la miscela arabica è un mix dei migliori caffè di Brasile, Centro-America Etiopia e India.

Da mangiare poi c'è davvero di tutto. Si parte alle otto con la colazione, non sono quella continentale con cappuccio e cornetto, succo di frutta e cereali. Ma anche uova strapazzate e origano oppure pane ricotta e cacao. Vecchi piatti della tradizione romanesca che oggi, soltanto perché dimenticati, suonano quasi esotici. E se non si ha tempo per una sosta, da mattina a sera, ci sono i panini take-away.

Un bancone con vetro all'ingresso espone salumi, verdure grigliate, formaggi e prosciutti pregiati. Ma se sono le sei di pomeriggio è già l'ora dell'aperitivo. Ed ecco spuntare bignè con crema di alici, croissant con prosciutto e supplì di zafferano e pomodoro.

Se poi ci si siede per pranzare o cenare, si spende almeno 30 euro e la cucina dello chef Luciano Vecchiatini, quasi tutta marchigiana (il cuoco è di Senigallia, anche se lavora a Roma da quasi 25 anni) è combinata con piatti provenienti da posti diversi dello stivale. Un mix di modernità e tradizione. Qui si mangia generalmente carne, ma se si vuole assaggiare il pesce c'è la possibilità di scegliere. Si va dalla bagna cauda ai fusilli irpini. Dai passatelli al sapor di bosco all'anatra alla senape.
 

I menu però cambiano continuamente qui, stagione per stagione (anche quelli dei coktail). Non si fa in tempo ad annoiarsi che sono arrivate le zuppe invernali. E se si vuole c'è il menu dedicato alla tradizione romana tra spaghetti alla carbonara e pollo alla cacciatora, ma se è domenica c'è una carta tutta speciale, fatta di lasagne, arrosti e piatti elaborati.

Guerrini però è anche un'emporio gastronomico dove acquistare, non soltanto vino, ma pasta di Gragnano, succhi di frutta bio come Pizzavacca, affettati, formaggi, yogurt di cascina (del Piemonte), olio di taggiasca, crema di zucca e tanto altro.

Guerrini, viale Regina Margherita 210/203, Roma. Tel. 06.44251300. Sito