Repubblica, una guida mediocre e inutile

Adesso, non è che stiamo a fare il giochino di chi ce l’ha più dura (la guida), anche perché qui stiamo parlando di davide (noi) e golia (loro), ma la nuova guida dei ristoranti romani di Repubblica, uscita lunedì, è l’ennesimo prodotto mediocre, fuorviante e soprattutto inutile.

Un librone di 945 pagine, esorbitante, ipertrofico, con 2800 “recensioni” e 120 mappe a colori (ma erano poi necessarie?). Si chiama Ristoranti di Roma 2009-2010 e già ci sarebbe da ridire su questa ridicola corsa contro il tempo che porta ad anticipare sempre più la data di copertina (pensavo di pubblicare a breve una guida targata 2009-2012).
La cosa più utile della guida sono gli indici tematici, suddivisi per categorie. Per il resto è un catalogo sterminato, e quindi inutile, di posti completamente dissimili, di cui non viene evidenziata la diversità. Una rassegna acritica di elogi, encomi, celebrazioni. E non ci sarebbe niente di male se si fosse scelta una selezione ristretta, o quantomeno non enciclopedica, dei ristoranti. E invece c’è di tutto, ‘ndo cojo cojo: è un repertorio simile a un elenco alfabetico privo di ogni utilità, stilato da compilatori perennemente entusiasti.
Il tono apologetico si perdonerebbe anche (ma anche no), se non fosse che poi ogni tanto ti imbatti in qualche bella pagina di lampante conflitto d’interessi. Prendiamo pagina 76. Qui troviamo una bella recensione di Estrobar, all’Ostiense, dove si raccontano mirabilie dell'”arredamento di design curato”, degli “insoliti e stuzzicanti accostamenti”, dell'”orchestra di mestoli e tegami”, del “mosaico di sapori” e via in un crescento di “prelibati” e “deliziosi”. Ora, uno può anche essere in buona fede, e non c’è bisogno di chiamare in causa la ben nota categoria della “marchetta“, ma nella pagina a fronte (dico, a fronte!), c’è una pagina intera di pubblicità. Indovinate di chi? Di Estrobar. E che credibilità può avere a quel punto la critica? Cascano le braccia e altre suppellettili scrotali.
Voi direte, bella forza, Puntarella Rossa ha tutto l’interesse a demolire le guide ufficiali perché vuole prendere il loro posto. Vero, ma anche falso. Perché una guida fatta bene, e quelle del Gambero Rosso, fatta la tara alle talvolta giustificate polemiche, sono fatte bene, aiutano anche noi. Le guide online sono utili, ma per ora complementari rispetto all’informazione ufficiale della carta stampata. E’ che da Repubblica, da una guida che costa 12.90, uno si aspetterebbe qualcosa di più. Ma forse siamo noi che siamo incontentabili e anche un po’ degli spaccamaroni (scusate il milanesismo).