Mangiare insetti a Milano, le cene di Entonote e quella locusta niente male

Locusta

Mangiare insetti a Milano, le cene di Entonote. Locuste, grilli, caimani, camole della farina: al solo pensiero di mangiarli, la maggior parte delle persone prova disgusto. Eppure, fra poco, anche in Italia sarà possibile consumarli. Quindi li consumeremo davvero? Solo il tempo ci darà una risposta. Nel frattempo due ragazze di Milano – Giulia Tacchini e Giulia Maffei – hanno deciso di occuparsi del tema da ormai 3 anni, data nella quale hanno avviato il progetto Entonote. Un anno fa hanno scritto un libro – “Un insetto nel piatto” – e organizzano cene a base di insetti  (alla fine dell’articolo le date).

Essendo la tematica molto controversa, l’approccio scelto dalle due ragazze è stato quello di inserire gli insetti in forma non riconoscibile – tritati o in farina – in piatti familiari e di far assaggiare a parte gli insetti come tali. Ma come sono davvero questi insetti? Noi li abbiamo provati. La cena è iniziata con una bevanda che più familiare non esiste, ovvero il Campari.
Come mai vi chiederete? Beh, perché prima dell’arrivo dei coloranti artificiali, tutte le bevande non naturalmente rosse presenti in commercio, erano colorate con la cocciniglia, insetto dal quale veniva estratto, mediante macinatura del carapace, l’acido carminico o E120.

Il percorso è proseguito con l’assaggio di tre tartine ripiene di crema di tofu e guarnite con semi di lino, grilli e camole della farina tritati, fra le quali dovevamo indovinare quelle nelle quali vi erano gli insetti. Se avessero detto che contenevano insetti, probabilmente nessuno se ne sarebbe accorto, magari per la quantità moderata di insetti, ma anche perché poi così disgustosi non sono.

Ma veniamo alle portate principali e più difficili. La seconda era una crema di piselli guarnita con semi di lino e battuto di grilli. Più impressionante della precedente per i cuori deboli, ma il piatto si faceva mangiare eccome, eccetto per le zampette di grillo che scricchiolavano sotto i denti.

Il grillo è stato poi servito in purezza – sbollentato e tostato in padella – e qui abbiamo potuto finalmente apprezzarne il sapore evocativo della frutta secca e lievemente “crunchy“.

Poi abbiamo assaggiato gli gnocchi alla romana, da sempre associati al periodo della nostra infanzia, tranne in questo caso, perché impastati con camole della farina e conditi con formaggio e chips di cavolo nero. Come con i grilli, quando l’insetto ci è stato servito intero e tostato l’abbiamo apprezzato molto di più, a tal punto da volerne ancora e ancora.

Forse perché le camole – sebbene siano croccanti all’esterno e farinose all’interno – ricordano il mais tostato, o forse molto più semplicemente perché il disgusto che proviamo per gli insetti è solo culturale.

È arrivato poi il turno della locusta. Sebbene non invitante esteticamente, servita intera ed abbinata ad un contorno di verdure al vapore, è stata apprezzata da tutto il tavolo, in particolare da chi ama la liquirizia, perché il gusto la ricorda molto.

Il dolce ha invece esaltato un altro insetto, per noi molto familiare: il caimano. Sì, avete capito bene, il caimano, quella larva utilizzata per pescare le trote. Si può mangiare, ed ha fatto anche la sua figura “crunchy” nella guarnizione della crema catalana aggiungendo frizzantezza al dolce.

E se volete provare anche voi gli insetti, ecco le date per le prossime cene:

Giovedì 8 Febbraio
Lunedì 26 Febbraio
Giovedì 8 Marzo
Lunedì 19 Marzo
Giovedì’ 29 Marzo

Il prezzo è di 30 euro a cena + 10 euro per la tessera associativa.

Per partecipare, scrivere a: entonote@gmail.com