Quindici euro una pasta? Ora basta

Tremendino Tremonti e soprattutto l'accolita dei rancorosi padani hanno aumentato l'Iva di un punto percentuale. Tradotto, esclusi pane e beni di prima necessità, significa aumento dei prezzi. Prodotti più costosi, portafogli più leggeri. E stagflazione, cioè stagnazione (niente crescita economica) più inflazione. Bello no? No. Anche perché i prezzi sono già cresciuti da tempo. Talvolta quando ti arriva la ricevuta (se va bene sennò è un conto scritto sul tovagliolo), si rischia un attacco alle coronarie. In pochi giorni, gironzolando per una Roma prima deserta e poi ripopolata, l'abbiamo rischiato più volte. Si sa che certi ristoranti e certi bar costano un patrimonio. Si sa che il centro è fatto per spennare turisti danarosi. Si sa. Però non si sa mai abbastanza. 

Sedersi alle due del pomeriggio alla Casina Exedra, questi quattro tavolini con tendone vicino a un distributore di benzina, in piazza della Repubblica. Chiedere un chinotto, sedersi, vederselo recapitare dopo qualche minuto d'attesa, nudo e crudo, senza noccioline, senza l'olivella, nature. Pagare 4,50. Pensare che un Chinotto San Pellegrino, alla Despar, costa 0,56 euro.
Decidere di far colazione nel bar della Galleria Alberto Sordi. Sedersi nel rimbombare continuo di voci della galleria e ordinare una spremuta di arancia con un cornetto. Pagare il conto: 7.90. Cinque euro e venti di spremuta e 2.70 di cornetto. Restare un po' perplessi. Pensare che però c'è l'aria condizionata, dai.

Poi andare alla Taverna Trilussa, che è sempre una certezza. Ricordarsi vagamente che l'ultima volta t'avevano un po' stangato. Scacciare il retropensiero e assaporare l'idea della tua padella di bombolotti alla norcina. Riceverli dopo tre minuti netti, un po' pochi per una cottura vera, e pagarli 15 euro, neanche fossimo da Roscioli. Alzarsi perplessi. Con la salsiccia che non va né su né giù.
Andare a cena da Riccioli Caffè, finalmente non più solo aperitivi di crudi, ma vero e proprio ristorante. Sedersi. Pagare 18 euro degli scialatielli ai frutti di mare e 30 un misero misto di crudo. Pensare che poteva andare peggio, che avrei potuto ordinare  la catalana di astice a 35 euro. Andarsene più leggeri e pensierosi.
Pensare che la materia prima buona costa, costa molto. Che non bisogna fare demagogia. Pensare che però talvolta esagerate un po'. Che stasera me ne sto a casa e mi preparo un risino in bianco. Che stasera mi guardo La grande abbuffata e non pago nulla. Che mi guardo MasterChef e mi rimpinzo di uva pizzutella. Che mi collego a internet e investo i 50 euro risparmiati della cena in 26 pacchi di conchiglioni Felicetti. Pensare che piuttosto che regalarvi ancora 50 euro mi suicido con sei scatole di cibo umido e tortellini per cani adulti…