Un mese di Grom a Roma: bocciato

Grom nella Capitale? Male, anzi malissimo. E non è, come molti presagivano più di un mese fa, quando è stata inaugurata la sede di via della Maddalena, perché a Roma sono tutti talmente abituati al gelato buono da non apprezzare quello sano e ricercato che propone il franchising piemontese. Né, tantomeno, perché nel centro storico, i gelati buoni non mancano, a cominciare da Giolitti e da Ciampini. No, nient’affatto. Appassionati del gelato, curiosi che amano sperimentare, golosi che di solito si aggirano nella zona e clienti saltuari ci hanno provato, e tante volte. Ma Grom ha fatto di tutto per scoraggiarli.

Strano, proprio ora che il gelato può essere una zattera di salvezza, i ragazzi di Grom, lenti e inespressivi, e il locale, caldo e inospitale, fanno di tutto per allontanare qualsiasi avventore. Innanzitutto, i tempi di attesa: lunghissimi. Sempre, anche se ci sono solo due persone davanti. E’ un mistero, ma è così, e non dipende dalla caratteristica operazione che occorre fare prima di servire il gelato di Grom (che non usa addensanti, quindi è tenuto a temperatura più bassa per non sciogliersi e deve essere "spatolato" un po' prima di servirlo). No, i commessi gelatai, che cambiano freneticamente (scappano? Li cacciano? boh) hanno tutti una comune e irrinunciabile caratteristica: la lentezza. Lenti nel capire cosa chiedi, lenti nel preparare il cono e nel servirlo, lenti nel dare informazioni di qualsiasi tipo sui gusti.
Sul perché, ad esempio, ci sia appeso al muro da una parte un elenco di gusti alla frutta, cinque o sei, disponibili nel mese in corso e poi da un’altra un elenco di accostamenti suggeriti per l’estate in cui sono nominati gusti che in realtà non ci sono. Un semplice consiglio da seguire a casa? 0 quando si va a fare la spesa al supermercato o a comprare il gelato in un altro bar? Non è dato saperlo.
Comunque la novità più recente, magari per ovviare agli interminabili tempi di attesa, è che il gelato negli ultimi giorni viene servito già completamente sciolto. Forse per evitare che i clienti vivano con l’ansia che il gelato si squagli al sole appena usciti dal negozio, loro lo servono già liquido. Con il cioccolato, la crema e la panna che già colano giù per il cono appena presi dal secchiello. Che poi, serviti con la lentezza di cui sopra, e non aiutati dai quaranta gradi del negozio, (non si può fare niente per il clima?), arrivano nelle mani del povero acquirente completamente immangiabili. L’unica soluzione è inghiottire tutto al volo ancor prima di uscire dal locale.
Per fortuna, il cono biscotto è molto buono e almeno quello, ormai senza gelato, può essere gustato con calma. Magari ammirando i saldi Cenci o gli americani che mangiano sereni il loro gelato da Giolitti.