Prezzi in autogrill, la michetta al salame da 7 euro e altre follie. Si sa che i prezzi negli autogrill, gestiti da diverse società, sono sempre più alti rispetto alle città, perché i concessionari devono pagare un affitto non irrilevante e perché la posizione scomoda rende più difficile rifornimenti e gestione del personale. Ma da qualche tempo si esagera. Proviamo a fare una piccola rassegna.
Il prezzo più folle – perché legato alla semplicità di un normalissimo panino, di quelli che compravano i lavoratori una volta dal prestiné, per risparmiare – riguarda una michetta al salame trovata da Chef Express. L’abbiamo adocchiata, nella sua forma più tipica di panino milanese: un panino cavo all’interno, quindi senza mollica, con il cappello centrale. Dentro affiorava una fettina di salame, non proprio una farcitura abbondante insomma.
Il cartellino attira la nostra attenzione: sette euro tonde. Sette euro per la michetta del prestiné. Non male. Aggiungiamo che l’etichetta pedantemente ci ricorda che si tratta di salame 100 per cento italiano. E vabbè. E però aggiunge anche che il prodotto è congelato. Insomma una michetta scongelata con una misera fettina di salame ce la appioppano a sette euro.
Non è l’unico esempio. Anche un pezzo di focaccia costa sette euro, anzi, 7.20. Un grantoast, scritto così, con quelle fettine sottilissime di formaggio (con i buchi) costa 6.9.
Il mitico Bufalino da Autogrill è arrivato a 7.9 euro.
Il Camogli costa un euro di meno. La bottiglietta d’acqua, che nel distributore automatico dell’ufficio vi costa 30 centesimi o giù di lì, qui costa a 2,5 euro.
Le insalate vengono 11.9 euro. Un caffè in autogrill, se non chiedi l’opzione arabica 100 per cento, che costa di più, viene 1.30 euro. Un cornetto (brioche) 2.9. Il bagno, però, è ancora gratis (in Svizzera ci hanno fatto pagare un euro…).