“Vorrei un bianchetto, fresco”

Entriamo e siamo ancora praticamente sulla porta quando una ragazza con un grembiule di pelle e un cavatappi in una mano mi chiede:  "Quanti siete?”. In realtà sono solo, ma sono entrato con tre persone, solo un caso. Rispondo che da solo al banco sono felice, tanto “è solo un bicchiere al volo perché tra mezz'ora devo andare”. Mi siedo e con tutti e due i gomiti sul bancone di marmo, avvicino le mani alle guance e guardo la lavagna dov'è segnata la mescita. Oggi in mescita ci sono 5 bianchi 5 rossi e 3 bollicine, io voglio solo un bianco e se non ricordo male erano segnati così : Bianchi – Lugana €4, Pigato €4, Ansonica €5, Bellone €5, Pecorino €5 . Non mi vergogno a dire che di questi non ne conosco neanche uno, ma d'altronde cosa ne so io, sono Franco, un commerciante di scarpe di 73 anni, 40 dei quali vissuti in Portogallo.

Si mi piace bere bene, ma non sono mai stato così fissato da riconoscerne il nome né tantomeno dove lo fanno, poi oggi con tutto questo urlare su internet, i giornali, le trasmissioni gastronomiche, ancora più complicato capirci qualcosa, come se capirlo volesse dire avere una consapevolezza superiore. Non mi interessa molto. Chiedo alla ragazza:” Vorrei un bianchetto, fresco”. Lei alza le spalle e mi squadra come fossi straniero, scuotendo la testa per dire di no mi dice:” Dipende, che vuole dire fresco? Cioè freddo? O di buona acidità?”. Ecco ora mi sento io uno straniero, di buona acidità? Boh, credo che la ragazza usi un vocabolario dedicato per descrivere le sensazioni di un bianco fresco. Sono confuso, non capisco, in fondo vorrei solo un bicchiere per rilassarmi una mezz'oretta, visto quello che mi aspetta, anche perché tutto questo parlarne e dirne entra perfettamente in un bicchiere, perché farne una questione così importante; credo che la gente si dia un tono a parlarne così, non credo ci sia molto da capire su ciò che ho nel bicchiere.
Lei capisce il mio imbarazzo e mi versa subito qualcosa in un bicchiere che è più grande della mia mano aperta, mi dice: ”Questo è un Bellone, un bianco che fanno nel Lazio perché il Lazio è principalmente una terra da bianchi, si chiama anche Pampanaro, Cacchione o Arciprete, ma sono tutti nomi per definire la stessa uva, o per dirlo in maniera corretta, il vitigno. Fresco vuol dire acido e acido vuol dire proprio acido, ha presente quando mangia un limone, ha quella sensazione di pungenza ai lati della lingua, quella è la sensazione di acidità. Se ci fa caso l'acidità di qualsiasi cosa, in questo caso è il vino, la farà salivare, assaggi. Ora con tutta questa salivazione indotta lei può fare un aperitivo mangiando qualcosa che vada in contrapposizione a tutta questa salivazione, ad esempio a qualcosa che normalmente le asciuga la bocca, chessò un tarallo, un pezzo di pizza o un po' di torta rustica; è molto fresco, se vuole solo un bicchiere per aperitivo questo spero le piaccia”.
Ammazza quant'è buono! È vero, è fresco e ha quella cosa che ricorda il limone quando lo metti in bocca, è vero, è acido. Non pensavo potesse essere acido come il limone. Ci ripenso un po', in effetti tutto questo mondo del bere in fondo non è una moda del momento, beh forse un po sì, però sono anni, decenni, millenni che c'è, forse dovrei cominciare a informarmi meglio su quello che bevo, dovrei indagare e capire cosa c'è sotto, perchè c'è sicuramente qualcosa di molto grosso sotto. Non pensavo che una ragazza dietro ad un banco mi potesse far cambiare idea così rapidamente, finalmente non una che ti fa la lezioncina o peggio neanche ti considera degno di capire. Bello qui comunque, mi piace sempre. Inizierò a fare un quadro un po' più chiaro, perché prende molti nomi ed è su tutti i giornali, su tutte le televisioni, ma solo in piccoli istanti ci colpisce e ci tocca con tutta la forza e la violenza della vita , forse solo in quei momenti si può chiamare Vino.
Vado.